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07 ottobre 2019

Il funzionamento dei filtri a prova di fumo

Come funzionano questi sistemi e che cosa possono garantire in casi emergenziali in cui sia presente del fumo?

Impianti antincendio
In presenza di un incendio che divampi all’interno di un edificio, uno dei fattori di cui tenere conto è la creazione di fumo che può mettere in serio pericolo l’incolumità delle persone presenti nella struttura. In particolare, se prendiamo in considerazione una struttura che presenta diversi piani, ripartiti in ambienti separati, ciò che deve essere garantito a chi vi si trova nel momento di emergenza è la possibilità di un percorso di uscita quanto più possibile libero da fiamme e fumo. A tale proposito sono presenti una serie di dispositivi antincendio che assicurano la non propagazione di fuoco e fumo agli ambienti limitrofi a quello di origine. Tra questi abbiamo le porte tagliafuoco, gli impianti di rivelazione incendio ed anche i filtri a prova di fumo, tutti presidi indispensabili per la sicurezza delle persone e dell’immobile in questione. Oggi ci concentriamo su questi ultimi presidi, sulle sue caratteristiche e la sua efficacia in presenza di fumo.


Che cosa sono i filtri a prova di fumo?

Rappresentano una delle tecniche più efficaci ed avanzate per il controllo dei fumi in situazioni di incendio. Questi filtri sono costituiti da un differenziale di pressione creato affinché impedisca ai fumi di espandersi in quantità pericolose all’interno degli spazi protetti, cosicché le vie di passaggio ed i percorsi di uscita vengano mantenuti liberi. Ciò avviene indipendentemente dalle condizioni ambientali presenti al momento dell’emergenza, che su altri dispositivi potrebbero agire in maniera negativa, contrastando l’azione protettiva. I filtri agiscono quindi senza interferenze da parte di pressione atmosferica, direzione e velocità del vento, temperatura esterna e altro.


Che cosa garantiscono i filtri a prova di fumo?

I vantaggi nell’installazione di un impianto così costituito sono molteplici. I principali possono essere riassunti in:
●    isolamento del fumo al di fuori degli spazi che costituiscono l’ambiente protetto
●    creazione di una condizione di sicurezza nei percorsi di uscita durante l'evacuazione
●    conservazione delle stesse condizioni per permettere l’accesso alle squadre di soccorso intervenute per estinguere le fiamme
Nello specifico ciò che questi dispositivi creano è un gradiente di pressione positivo negli spazi protetti direzionato verso l’incendio nel momento in cui le porte sono chiuse ed un flusso opposto quando le porte vengono aperte. Il controflusso deve tenere conto della grandezza del locale, del numero di porte presenti e della la frequenza con cui queste porte vengono aperte durante l’esodo, della pressione che viene esercitata dal fumo in opposizione al fluire di aria fresca. A tale proposito è molto importante valutare dove e quanti punti d’aria pulita di pressurizzazione devono essere necessariamente introdotti.

 
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Articolo scritto da: PROTEGGI
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